Cosa possiamo fare individualmente
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  • Cosa possiamo fare individualmente?

     

    I CONSUMATORI RAPPRESENTANO UN MOVIMENTO ECONOMICO

    Introduzione

    Acquistare prodotti salubri con etichette chiare

    Il rapporto con gli altri

    Comperare il più possibile direttamente alla fonte

    Adottare un orto

    Formare dei gruppi d’acquisto

    Conclusioni

     

     

    INTRODUZIONE

     

    _Premettendo che ciò che dovremmo fare per prima cosa, come vi abbiamo ripetuto fino ad ora, è controllare i nostri reali bisogni alimentari nell’ottica della salubrità e dell’ecocompatibilità, vi sono altri suggerimenti che possiamo darvi.

     

    I CONSUMATORI RAPPRESENTANO UN MOVIMENTO ECONOMICO

     

    L’importante è indirizzare al meglio questo movimento sia in positivo che in negativo.

    Attualmente i prodotti biologici ed ecologici hanno prezzi leggermente più alti degli altri, ma è indubbia la loro maggiore salubrità per noi e per l’ambiente.

    Comperare o no un prodotto perché non lo si ritiene salubre o non acquistare più surgelati in un dato negozio perché il frigorifero non è alla giusta temperatura, sono azioni che potrebbero  passare inosservate se condotte da pochi ma essere economicamente rilevanti e rappresentare un giusto messaggio di sfiducia per chi ne viene colpito, se adottate da molti.

    E’ fondamentale che ognuno sia consapevole di cosa compra e dove, senza far diventare il momento degli acquisti una tappa di routine, perché dall’altra parte ci sono menti che non smettono mai di lavorare…

                                  

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     ACQUISTARE PRODOTTI SALUBRI CON ETICHETTE CHIARE

    Ce ne sono? Sicuramente ognuno ha le sue preferenze sia fra gli alimenti che fra gli altri prodotti. Rimane da capire perché: vi siete fatti coinvolgere dalla pubblicità, è un prodotto che costa meno degli altri, vi piace la confezione o il regalo compreso, state raccogliendo i punti, oppure la vostra scelta parte da altre valutazioni, di natura salutare e alimentare?

    E’ a questi interrogativi  che dovrete rispondere, prendendo poi le opportune decisioni.

    Cominciamo quindi, ad analizzare i prodotti che abbiamo in casa, leggendo le etichette e tutte le altre informazioni  impresse sulle confezioni, per mettere alla prova ciò che abbiamo recepito sulle normative prima elencate, ma cercando anche di capire perché abbiamo scelto quel prodotto rispetto a tanti altri simili esposti.

    Scoprirete molto di più sui prodotti acquistati, ed anche su di voi.

                                                  

     

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      IL RAPPORTO CON GLI ALTRI

     

    Il comportamento degli altri può variare fra due poli opposti:  quelli che vorrebbero essere informati per stare meglio, e a questo scopo sono pronti a modificare la loro dieta, e quelli che, a prescindere dagli eventuali esiti della loro alimentazione quotidiana, non sono disponibili a modificarla.

    Mentre verso i primi potremo mostrare la massima solidarietà, verso i secondi il nostro comportamento dovrebbe tener conto di alcune considerazioni.

    Sebbene non sia automatico che ad un comportamento alimentare pericoloso segua uno stato patologico, innanzitutto non dovremmo sottovalutare il rimorso che potrebbe assalirci in seguito al non aver condiviso le informazioni in nostro possesso.

    Per contro, nel caso in cui dall’altra parte non vi sia disponibilità a modificare delle abitudini potenzialmente nocive per la propria salute, potremo considerare economicamente rischioso per noi  tale comportamento, in quanto, mediante la quota per la sanità delle nostre tasse, potremmo essere chiamati a concorrere alle spese sanitarie eventualmente determinate da tali abitudini.  

    Pertanto potreste mantenere invariata la vostra alimentazione in presenza di ospiti ed informarli sugli alimenti che avete loro preparato senza assumere atteggiamenti “fondamentalisti”  ma avendo semplicemente la volontà di parlare agli altri delle cose che abbiamo appreso e del perché ci sono sembrate interessanti.

     

     

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    COMPERARE GLI ALIMENTI DIRETTAMENTE ALLA FONTE

     

    Una volta certi che la fonte è “pulita”, cioè che non vengono usati pesticidi, farmaci veterinari, diserbanti, ecc…, avrete a disposizione un supermercato nella natura, considerando anche che potrete ricominciare a mangiare secondo stagione, seguendo  il calendario biologico degli ortofrutticoli.

    Potrete quindi comperare ortaggi, frutta, vino e carne da un contadino, l’olio al frantoio, ecc…, sarete “costretti” a recarvi nella natura per acquistare (volete mettere un campo di broccoletti fioriti, con un banco-frigo del supermercato?), verrete a contatto con un mondo di persone che probabilmente conducono una vita molto diversa dalla vostra, dalla quale sarà possibile trarre qualche insegnamento, sicuramente uno scambio.

    Ma fate attenzione perché agricoltura, come abbiamo visto nei precedenti capitoli, non è sempre sinonimo di biologico; perciò vi conviene conoscere bene chi vi venderà i frutti del suo orto, capire cosa pensa dei presidi fitosanitari e se ne fa uso, per non incorrere in sorprese dopo l’acquisto.

                                    

     

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            ADOTTARE UN ORTO

     

    Perché no? Adottare un orto ci sembra un’idea salubre, divertente ed economica.

    Innanzitutto avrete la possibilità di fare del moto all’aperto (quando comincerete a zappare vi renderete conto delle calorie che bruciate, altro che palestra!!!); potrete informarvi sui periodi di semina, raccolta, fioritura, ecc. di tutte le piante; potrete adottare il tipo di coltivazione, tra quelle “pulite” che più vi piace, anche la macchinosa ma affascinante “biodinamica”; vedrete  nascere e crescere (e soprattutto gusterete!) le “vostre piante” che una volta mangiate vi sembreranno diverse da tutte le altre, semplicemente perché sono frutto delle vostre mani.

    L’orto potrà essere preso in affitto per un anno, tempo minimo per vedere la crescita delle piante stagionali, o per i fine settimana, con l’accordo che gli altri giorni possa pensarci un contadino o il proprietario, condividendone i frutti.

            

                                         

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    FORMARE DEI GRUPPI D’ACQUISTO

     

    Se volete abbattere i prezzi di determinati prodotti, che possono incidere più pesantemente di altri sul vostro portafogli, non vi rimane altro che formare dei gruppi d’acquisto.

    Potrete così comperare dei prodotti (per esempio quelli biologici) a prezzi più bassi, facendo di questo momento, un modo per socializzare.

    La cosa fondamentale è la correttezza di tutti:

    -         nel non cambiare idea sui prodotti comperati (potrebbe passare un po’ di tempo tra l’ordine e l’arrivo);

    -         nel dare i soldi subito, all’ordine, o all’arrivo della merce, per evitare di farli anticipare a qualcun altro;

    -         nell’approfittare della pesa degli alimenti (se si è in tanti il riso per esempio, conviene acquistarlo in sacchi da 25 chili e poi ripartirlo) come momento da vivere insieme, e non ordinando i prodotti come si farebbe nel negozio di alimentari sotto casa, o demandando qualcun’altro al posto nostro.

    Basta organizzarsi e prendere coscienza, ancora una volta, del momento e dello scopo  per cui lo stiamo facendo, e…buon divertimento!!!

     

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                CONCLUSIONI

     

    Nel corso di questo opuscolo ci sono sorti dei dubbi che vogliamo condividere con voi:

    -         da quanto abbiamo visto in precedenza deduciamo che gran parte delle spese per la sanità sarebbero evitabili semplicemente modificando le abitudini alimentari a livello nazionale; d’altra parte l’instaurarsi delle patologie legate all’alimentazione permette a una serie di persone di conseguire un onesto guadagno svolgendo il proprio lavoro (ad esempio: medici, infermieri, personale ausiliario, proprietari e dipendenti delle case di cura e delle industrie farmaceutiche, commercianti, ecc…) e contribuire così all’aumento del PIL.

    Fra questi due aspetti del problema una scelta è già stata fatta; continua ad essere la migliore?

    -         Se i consumatori sapessero che l’ingestione giornaliera del doppio delle proteine necessarie, con il tempo potrebbe creare qualche problema di salute, che tutte le proteine che mangiamo in più ci costano circa 72 mila lire al mese procapite, che per produrle si fa uso di fito e zoofarmaci, che la creazione di pascoli è fra le prime cause della deforestazione,  come si comporterebbero?

     

    Come notato in precedenza, sono difficili da reperire dati riguardanti la biodisponibilità dei    nutrienti e le conseguenze dei processi industriali e domestici a cui vengono sottoposti gli alimenti.

    Per esempio, se dovesse risultare che le pere che importiamo dall’Argentina o i pomodori del Belgio o i succhi di frutta, hanno perso molto del loro contenuto in vitamine o che i polifosfati usati nei formaggini destinati all’infanzia compromettono l’assorbimento del calcio, i consumatori continuerebbero ad acquistare questi prodotti?

    Se decidessero di non acquistarli, che ne sarebbe di tutte le attività loro connesse?

    E della quota di PIL che da esse deriva?

     

    - Si è parlato di corsi informativi da introdurre fin dalle scuole elementari, quando poi le ditte che producono biologico non riescono a vincere gli appalti per le forniture delle mense scolastiche perché questi prodotti non possono competere con i prezzi dei prodotti tradizionali. In campo alimentare non riteniamo che si possa adottare questa logica, perché non sempre basso prezzo è sinonimo di qualità e salubrità (e di questo chi ha fatto la spesa qualche volta può benissimo rendersi conto).

    Ma allora invece di spendere miliardi per questi corsi informativi, perché non si comincia ad introdurre cibi più sani nelle mense dando quindi un’informazione diretta e più salutare?

    Colui che dubita

    (Bertolt Brecht)

    Sempre, ogni volta che ci pareva di aver trovato la risposta a un problema,
    uno di noi scioglieva, sulla parete,
    il nastro dell’antico rotolo cinese
    sí che svolgesse e visibile apparisse l’Uomo Seduto che tanto dubitava.

    Io, ci diceva, sono Colui che dubita.
    Dubito che sia riuscito il lavoro che v’ha inghiottiti i giorni.
    Che, quel che avete detto, se detto peggio valga tuttavia per qualcuno.
    Che lo abbiate detto bene
    e che forse un po' troppo vi siate,
    alla verità di quanto avete detto, affidati.
    Che sia ambiguo: per ogni possibile errore vostra sarebbe la colpa.
    Può anche essere troppo univoco e allontanar dalle cose la contraddizione; non è troppo univoco?
    Allora quel che dite è inutilizzabile. Le cose vostre sono inanimate, allora.
    Siete realmente nel corso degli eventi? Compresi con tutto quel che diviene?
    Siete ancora in divenire, voi? Chi siete? A chi parlate?
    A chi serve quel che state dicendo?
    E, fra parentesi: vi lascia sobri? Si può leggerlo di mattina?
    È anche congiunto al presente?
    Le tesi davanti a voi enunciate son messe a profitto o almeno confutate?
    Tutto è documentabile?
    Per esperienza? Di chi?

    Ma prima di tutto

    e sempre,

    e ancora prima d’ogni cosa :

    come si agisce se si crede a quel che dite?

    Prima di tutto :

    come si agisce?

    Pensierosi noi si considerava con curiosità l’Uomo Turchino dubitare dal quadro, ci si guardava e da capo si ricominciava.

     

     

     

     

     

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